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“Tre dischi splendidi e ‘maledetti’, poco appariscenti e scontrosi, che ancora oggi crescono all’ascolto come cose che il ‘rock’ italiano pobabilmente non meritava.” Stefano I. Bianchi (BLOW UP MAGAZINE, May 2005).
[ENG] “…Three beautiful and ‘damned’ records, not very flashy and grumpy, which still grow after every listening, as things that Italian “rock” probably did not deserve.” Stefano I. Bianchi (BLOW UP MAGAZINE, May 2005) introducing Madrigali Magri.

Raccolgo souvenir dei MADRIGALI MAGRI, di cui fui fondatore, autore, chitarra e voce dal 1994 al 2002 circa, insieme a VALERIO ROSSI (batteria) e NICOLETTA PARODI (basso). Nei due anni successivi il gruppo era di fatto inesistente, ma continuai a uscire dal vivo, in solo, come “Madrigali Magri” fino al febbraio 2003. Nel 2004 decisi di passare oltre. Raccolgo questi materiali e queste storie: i dati nelle sezioni del sito, le storie nel BLOG.

(Giovanni Succi)

[ENG] This blog collects something about MADRIGALI MAGRI, the band in which I was involved as founder, author and part (guitar and vocals), with VALERIO ROSSI (drums) and NICOLETTA PARODI (bass), from 1994 to 2002 approximately. In the two following years the group was in fact no more existent, but I continued to perform live, in solo, as “Madrigali Magri” until February 2003. In 2004 I decided to move on. I tell this stories, mostly on the BLOG (Giovanni Succi).

Panel 1

BIO

Madrigali Magri self introducing the band (“LISCHE” press release, Jan. 1999).

“Il progetto nasce nel 1994. Dal 1995 al ’98 un centinaio di concerti in Italia, 4 compilation, 3 demotapes (l’ultimo nel ’96), molti passaggi in tutte le radio indipendenti d’Italia, musica dal vivo in diretta da Radio Popolare Milano e da Tele +, rassegne (Alessandria Wave, Lu Monferrato, Arezzo Wave, Voltiamoli, Ritmi Globali, Rock Targato Italia, Indipendenti), recensioni in Italia, Inghilterra, Svezia, Belgio, USA, Brasile, Cuba, e interviste rilasciate a mensili italiani. Nel gennaio del 1999 esce “Lische”, il primo album; registrato da Alessandro Bartolucci, Francois Cambuzat e Chiara Locardi (Camuzat Et les Enfants Rouges) a Preggio (PG) nel giugno del 1998. Autoprodotto, registrato in casa di campagna e all’aperto, è distribuito W&B.”

[ENG] The project was born in 1994. From 1995 to ’98 we had a hundred concerts in Italy, 4 compilations, 3 demotapes (the last in ’96), many streams in many independent radio stations in Italy; we performed live from Radio Popolare Milano and Tele+ and many Italian festivals (Alessandria Wave, Lu Monferrato, Arezzo Wave, Voltiamoli, Global Rhythms, Rock Targato Italia, Independent); we collect reviews from Italy, England, Sweden, Belgium, USA, Brazil, Cuba, and interviews in few Italian magazines. In January 1999 we release “Lische”, our first album; recorded by Alessandro Bartolucci, Francois Cambuzat and Chiara Locardi (Camuzat Et les Enfants Rouges) in Preggio (PG) in June 1998. Self-produced, recorded in a country house and outdoor. White&Black Distribution.

Mirko Spino (WALLACE RECORDS) introducing Madrigali Magri:

Insieme dal 1994, arrivano al primo album autoprodotto nel 1998. Nonostante la fiera assenza di etichette (discografiche e di “genere” musicale) i Madrigali Magri si sono subito ritagliati uno spazio invidiabile nel rock underground italico, tali da diventare influenza musicale per diverse band. Dopo “Negarville”, “Malacarne” è il loro secondo album su wallace records. Nel 2004 si sciolgono.

[ENG] Together from 1994 Madrigali Magri self produce their first album in 1998. In spite of the absence of labels Madrigali Magri have been cut their enviable space in italian rock underground scene, such to become an infuence for various italian bands. After “Negarville”, “Malacarne” is their 2nd album on wallace records. They Split in 2004.

MADRIGALI MAGRI – LINEUP

1994 – 2002

Giovanni Succi: guitar, vocals
Valerio Rossi: drums
Nicoletta Parodi: basso, vocals

2002 – 2004

G. Succi: guitar, loop machine, vocals


Acqui e Nizza.

La prima sala prove dei Madrigali Magri fu in via Nizza ad Acqui Terme, nel 1994. Nel novembre dello stesso ci trasferimmo all’ultimo piano di Palazzo Crova a Nizza Monferrato, dove mio padre (Pio Succi, 1929-2007) conduceva una piccola scuola comunale di pittura. Una saletta libera fu adibita a sala prove.

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Madrigali Magri, 1994. Sala prove di Palazzo Crova, Nizza Monferrato (Asti).

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Panel 2

“Lische” 1998 (diy, 1999)

“Lische” 11 Songs.
Recorded: June 1998 / Self published as “mm03” in 1999 | custom Digipak

“La ricerca di ciò che è autentico. Ciò che suoniamo è ciò che siamo. Abbiamo agito su noi stessi come il tempo sulle cose: sottraendo materia e restituendo ciò che resta. Dopo la scarnificazione del superfluo, ciò che resta dura. Un nucleo irriducibile e pungente. Un grado zero. Noi cominciamo da qui.”  (G. Succi, estate 1998)

The quest for “real”; since the M.M. project started, 5 years ago, the music we play have ever been what we deeply feel. Working hard on ourselves, as a sort of corrosion, the lasted way to play our music had formed an essential untamed core. We start from here.” (G. Succi, Summer 1998)

“LISCHE”

01 ISOLAMI
02 Trance
03 BORDERLINE
04 Strada secondaria
05 OMINIDE
06 Punti cardinali
07 SOGNIDORO
08 FOSCA
09 MEGACASMA
10 Palombari
11 BREVE + ghost: Madrigale per chitarra e trapano.

Production: MADRIGALI MAGRI 1998 ( MM003 digipack [ P ] Genn. 1999 )
“Lische” [fishbones] 11 tracks – Total time: 40’13’’

INFO

madrigali magri was: gmb + vale + nico
g. succi: songwriting

Recorded and mixed in Preggio (Perugia, Italy) during summer ’98 by:
Françoise R. Cambuzat, Chiara Locardi, Alessandro Bartolucci.
Some short tracks have been recorded  by M. M. in Nizza Monferrato and Genova during the period ’96/’98.  Samples, editing and mastering by M.M. and Max Tatti.

Panel 3

“Negarville” CD 2000 (Wallace Rec.)

“Negarville” 2000 CD, Wallace Records, 11 Songs, 40′ min.

01 entro obliquo
02 negarville
03 porto dentro
04 non hai mai pace
05 un posto per un altro
06 giorno è notte (1) | medium quality [1,6 Mb]
07 uomo ombra
08 esco obliquo
09 porte dell’inverno
10 parti non mie

madrigali magri was: gmb + vale + nico

Recorded an mixed at Cascina Valdapozzo, Quargnento (AL) by Giuseppe (Pippo) Barresi
during March 2000

Credits

Musica: MADRIGALI MAGRI.
Parole: G. Succi. (Testi + English translation by Gianrico Bezzato)

G. Succi: chitarra e voce; basso su 4.
Valerio Rossi: batteria; chitarra su 2, 3 e 11.
Nicoletta Parodi: basso e silenzi; chitarra su 2.
Francesco Cortese: batteria su 2.

editing: Max Tatti e M.M.
grafica e copertina: Mirko Spino e M.M.
fotografie: Gmb

GRAZIE: Francesco Cortese, Pippo Barresi, Mirko Spino, Alessandro Raina, Luca Ribuoli, Federica Gatti, Federico Laura, Giuseppe Ricagni, Valentina Parodi, Flora, Gianrico Bezzato. I ragazzi di Valdapozzo: Nacche, Pasquale, Beppe (anche per la creatura sulla foto in copertina), Bruno, Giancarlo. Tutte le persone che acquistando Lische hanno reso possibile Negarville.

Dedicato a Paolo.

Note superflue.

L’insetto che canta nei microfoni di Non hai mai pace appare per gentile concessione del Caso. Non ha firmato alcun contratto con noi.

In Uomo Ombra tutto quello che senti, a parte la voce e la stanza, è solo un magnete su una chitarra rotta… Un pezzo chitarra e voce scambiato da molti per elettronica.

Negarville (la canzone) ridotta ai minimi termini è la cronaca di un suicidio. Negarville, tutto il disco, è dell’umore di chi resta… In una certa ottica Negarville potrebbe essere il percorso di chiunque, se pensi alla vita come a una specie di suicidio a lunga scadenza… Negarville (la canzone) è immaginata come una specie di via crucis, laica e cruda, in sette stazioni… Contiene continui rimandi ad altro.

In coda al testo di Giorno è Notte c’è scritto “continua” perché sul disco si ascolta solo la prima parte del pezzo che durava in tutto quasi 10 minuti, ma non ci sembrava di dover aggiungere altra carne al fuoco. E’ diventata una canzone a episodi: il seguito alla prossima puntata. Oppure dal vivo. [Oppure su questo sito, tra i contenuti dell’EP  “Mini”,  n.d.r.]

Un nostro disco nel suo insieme va letto per immagini, come la sceneggiatura di un film. Pensiamo sempre ai pezzi come sequenze e movimenti e il loro montaggio non è mai casuale.

Wallace Rec. Comunicato stampa.

Il secondo capitolo è da sempre il più complesso dell’artista: ripetersi o mettersi in gioco? Se i Madrigali Magri di Lische hanno colpito al cuore critica e pubblico, quelli di Negarville sono una conferma. Si rimettono in gioco e, in modo diverso, approfondisco la scarnificazione della canzone rock blues fino ad raggiungerne l’essenza. Ne è nato un disco tanto scuro quanto espressivo, dai suoni grezzi perché rispettosi dell’ambiente da cui sono nati, sui quali le liriche ispirate e dirette si fondono perfettamente. Nicoletta, Valerio e Giambeppe si sono chiusi in aperta campagna per un mese insieme al fonico Pippo Barresi con l’intenzione di lasciare che le canzoni uscissero da sole, e l’ascolto di Negarville non lascia dubbi. Il più grande merito dei Madrigali Magri è che assomigliano solo ai Madrigali Magri.

(Mirko Spino, Wallace Rec.)


Reviews

All Music Guide

Madrigali Magri’s Negarville begins with less minimal qualities than its predecessor, Lische, but the recording also builds a lot more from the beginning than Lische does. Negarville seems to be a bit more experimental at first listen, but it’s really that Madrigali Magri is exploring a new dynamic and a newer, fresher aesthetic than the band did on its debut, Lische. Negarville and Lische are truly a nice pair and would surely provide a better continued listen if they were put side to side, as they are almost like a part one and part two, respectively Madrigali Magri’s negarville is a unique recording that truly explores new sonic ground and successfully brings home the goods. This recording is quite similar to Cave In’s Jupiter or even early Tortoise recordings but, with its minimalist guitar and drumming, it comes off with its own unique sound. Truly though, the influence of american experimenters Sonic Youth and Fugazi is quite prominent in their music. Madrigali magri’s Negarville is a fantastic recording, and you should look into adding this gem to your collection.

(Matt Borghi, All Music Guide)

Continua a leggere ““Negarville” CD 2000 (Wallace Rec.)”

Panel 4

“Malacarne” CD 2002 (Wallace Rec.)

YouTube Album | Spotify
“Malacarne” CD Wallace Rec,  Sept. 2002, 11 Songs, 37’min.

Credits

G. Succi: guitar, vocals
Valerio Rossi: drums
Nicoletta Parodi: bass

Songwriting: G. Succi

Recorded mixed edited and mastered at the”Corridoio di Shihoko” by Alessandro Bartolucci during Jenn./Febb. 2002

Artwork: Mirko Spino + G. Succi
Photos: G. Succi

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Reviews


RockStar Magazine Usa

There’s no form or movement in this music. It’s improvisatory, ambient, repetitive, as if the point is validate the act of making the music and nothing else, not even listening to it. And stili I love it. Bass, drums, guitar and voice banging out songs that feel like modernist paintings, more shapes than tunes, dark and empty.

It’s a soundtrack in search of a David Lynch movie.

The tracks are full of silences or blank spaces; they’re like roads through abandoned cities or desolate countryside. It’s arty, pretentious post rock. But it’s also an antidote to the over stimulation of modern life, to a world full of television, movies, newspapers and advertisements. Music for a world without people.

Excellent.

(Joe Levy, “RockStar” Magazine Usa)


Rockstar Italia (novembre 2002)

Oscurità debordante inframmezzata da piccoli squarci di luce.
Al di là dalle classificazioni di genere sembra questa la miglior formula per descrivere il magma sonoro dei piemontesi Madrigali Magri al loro terzo album.

Una musica composta da sussurri e grida capace di sorprendere con improvvise aperture verso la forma canzone ( “Alba”e “Nuova Casa”) e soprattutto con una scrittura originale e per niente banale.

Una grande band.

(Emiliano Colasanti)


Blow Up Magazine, settembre 2002

Terza tappa per i Madrigali Magri a due anni da “Negarville” ed è di nuovo stupore.

Prima c’erano stati i canti di solitudine (o meglio, di isolamento), l’incolmabile tensione, le melodie sommesse e deformi, le danze trasfigurate e l’indugiare delle parole di “Lische”.

Poi gli slabbramenti e i frammenti astratti di “Negarville”, con i suoi abbozzi chitarristici dilatati che disegnavano una geografia distorta, lo spleen dei non-luoghi, pezzi intrisi della pigrizia agrodolce di certi giorni di metà estate.

Adesso “Malacarne”, concentrato intensissimo e vissuto di canzoni incise in una materia sonora scura e profonda, dalle tonalità decisamente più fosche rispetto al “rosario delle cose note” di “Negarville”.

O meglio, dove quest’ultimo indagava il mistero che si cela nell’ordinario e nel quotidiano, il nuovo album si apre nel segno di qualcosa di incommensurabile, della trascendenza di forze più grandi: Devil Did è il titolo del pezzo strumentale d’apertura, e subito il suono ferisce come forse mai aveva fatto prima, con una batteria in primo piano a disegnare uno scheletro avvolto dalle trame trasparenti della chitarra.

Il diavolo e la religione: le suggestioni del blues più maledetto (“Io sono il male”) nella malata e narcolettica Blues Jesus, in cui le parole sono impastate e diventano fantasmi, suggestioni, accenni e sussurri di un cuore trafitto.

E se in “Lische” il cuore era uno “stupido muscolo cardiaco” che “non sa tenere il tempo”, in “Malacarne” le canzoni sembrano essere basate proprio sul battito di un cuore sanguinante: le percussioni si fanno prominenti e diventano elemento portante, come accade in Orco Boia, una convulsione strumentale ed un conflagrare di elementi in cui la batteria pesante e corposa dà l’idea del crollo.

Oppure in Tersila, scandita da un ritmo spezzato e incisivo, urlata, con una chitarra che si sfalda per passare all’ombra di Onda dura, dieci minuti aperti da un battito su cui si fa strada una narrazione, si nasconde momentaneamente e ancora riappare dolorosa; poi la musica si sfalda di nuovo e si astrae in pulviscoli leggeri ed eterei per riallacciarsi finalmente in scaglie di suggestioni mai definite ma evocate, confluendo quasi naturalmente in Era, un brano angoloso in cui la voce ubriaca è contornata da grappoli di note alte e dagli arpeggi della chitarra, a colorare beffardi un incedere cupo.

Fino a chiudersi in Alba, inno quasi campestre che suggella una promessa come già accadeva nei ricordi trasposti di Nuova casa.

Pur trattenendo alcune suggestioni degli album precedenti, “Malacarne” non concede nulla alla ripetizione o alla maniera ma segna un’ulteriore ed emozionante diramazione del suono dei Madrigali Magri. (8)

(Daniela Cascella) Continua a leggere ““Malacarne” CD 2002 (Wallace Rec.)”